Una volta nella vita, almeno una, l'appassionato delle armi da caccia, deve prendere l'impegno con se stesso, di andare in Piotti, perché se non si entra in quell'azienda non si può dire di aver completato la propria personale enciclopedia. Qui si va sul classico, quello vero che tende ai concetti inglesi storici dell'archibugeria venatoria, anche se recentemente l'opera dei fratelli Piotti si è anche concentrata in una collaborazione con Benelli, per la raffinata customizzazione di uno dei semiautomatici della casa di Urbino.
Ma Piotti, dall'inizio degli anni sessanta è soprattutto e sopra ogni cosa basculanti, realizzati con tecnica classica e con tanta, tantissima perizia esternata dalle sapienti mani di pochi esperti.
Il primo approccio classico che si rileva è l'officina, posta sotto l'abitazione, naturalmente non fumosa come quelle dei maestri inglesi, ma per il resto in grado di trasudare, come in quegli ambienti britannici ottocenteschi, una grande miscela di sapienza produttiva che parte dal metallo e arriva ai migliori legni. Qui, in quel di Gradone Valtrompia, negli anni sessanta i due fratelli Araldo e Faustino, decisero che ciò che sapevano fare in termini armieri si poteva tradurre in una appassionata scelta imprenditoriale.
Oggi a tantissimi anni distanza "l'appassionata" si è tradotta in una appassionante cavalcata nella quale, travolti dalla genetica si è inserita in pianta stabile la nuova generazione di Manuel, Fabio, Rudy e Sergio. Essi sono stati in grado di portare un contributo importante cucendo la tradizione con quella piccola parte di innovazione che anche nel produrre classico non può mancare, dato che i materiali si evolvono e deve evolvere di concerto anche la loro conoscenza e la modalità di plasmarli. Ma questa concessione alla modernità, non ha fatto mettere da parte l'immenso sapere pregresso, anzi lo ha ulteriormente accresciuto, tanto che oggi Piotti, è riconosciuta a livello mondiale, come una tra le pochissime aziende in grado di produrre il meglio della raffinatezza balistica possibile.
E infatti, l'officina dell'azienda o meglio i suoi tavoli di lavoro e le sue pareti accolgono una infinita sequenza di attrezzi manuali, perché qui le mani degli operatori non pigiano pulsanti di macchine operatrici, tanto che si tratti di canne o di viti. Tutto si fa a mano, sgrossando e sgrossando con tanti strumenti il materiale grezzo sino ad ottenere il pezzo che lo conteneva o per usare la frase di Michelangelo Buonarroti "Ogni blocco di pietra ha una statua dentro di sé ed è compito dello scultore scoprirla".
E questo fanno in Piotti, tant'è che i pezzi grezzi sono li ordinati accanto a quelli finali e pronti al montaggio, quasi a farti vedere come si evolve un materiale con l'opera dell'uomo. E questo vale per tutte le componenti meccaniche che costituiscono gli acciarini e le altre parti del fucile.
La produzione di Piotti, è destinata al classico, ma quello di massima eccellenza con finissimi paralleli realizzati sia nella tipologia Anson e Deeley che Holland & Holland. Ma l'esperienza in azienda per la doppietta classica si è anche allargata con successo verso realizzazioni esclusive con chiusure a serpentina e le sempre apprezzatissime cani esterni.
Studio e approfondimento importante è stato dato anche al sovrapposto con realizzazaione finissime le cui chiusure non possono che essere di tipo Boss. Ma Piotti non è solo canna liscia, perché la canna rigata, anche qui classica, non può mancare nel palmares di questa azienda; sia superbi express che raffinatissime bolt action fanno bella presenza nella loro produzione che sia per canna liscia che rigata abbraccia tutti calibri che il cliente possa immaginare su tali armi.
Visitate l'azienda se come me ogni tanto avete l'esigenza di respirare l'aria dell'arte.
Riccardo Ceccarelli